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Posted by on Lug 7, 2013 in Maestri Spirituali | 2 comments

La spiritualità degli indiani d’america

….tutto è sacro, dal ramo dell’albero, al sasso, all’acqua, la Terra e ciò che in essa vive….

Questo è uno dei concetti alla base della spiritualità dei Nativi Americani. Da qui si parte per comprendere che tutto intorno a noi, tutto ciò che la Natura ci offre, sono dei doni che ci sono stati messi a disposizione e con i quali dobbiamo interagire con grande rispetto.

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Tutti gli elementi della Natura ci parlano, ma noi Esseri umani, non ascoltiamo, dimenticando spesso che siamo solo ospiti:

…se ti siedi su un Sasso sentirai il suo cuore che batte. La pietra vive, la pietra parla, ascolta la pietra….

I Nativi d’America considerano tutto ciò che è in natura con reale potere: le pietre, ad esempio, non sono oggetti inanimati, ma pulsanti di vita e di magico potere. La grande visione di Alce Nero si adatta a tutti, di qualsiasi razza, cultura e religione :

…e mi trovai in cima alla più alta delle montagne e sotto di me vidi il Cerchio del mondo. In quel luogo vidi più di quel che posso raccontare e capii più di quel che vedevo, perché vedevo in maniera sacra la forma di tutte le cose così come debbono vivere insieme come un unico essere…

Le popolazioni americane sono sempre state considerate alla stregua di selvaggi dagli Europei; fortunosamente il tempo ha messo in luce il grande patrimonio culturale e la grande religiosità di genti che condividevano una visione del mondo di cui avevano una radicata consapevolezza di essere parte integrante, ma non fondamentale (non esiste presso i nativi americani l’arroganza di delegare all’uomo il posto preponderante nel creato).

Notare come la swastika significasse buona fortuna e il serpente la saggezza

Ed è in questo contesto di profondo rispetto per il dono della vita e per la Madre Terra, che prende forza e si consolida nel tempo la figura della Grande Madre.

Le caratteristiche proprie dell’archetipo della Grande Madre, come quella della “fertilità”, sono le stesse della Terra e pure della donna. A questo punto potremmo idealmente tracciare una linea che dalla Madre Terra passa per la donna ed arriva alla divinità, un sentiero magico che le donne sapevano percorrere…

La donna ha una struttura umana in continuo mutamento, non a caso dalla trasformazione della propria struttura ha origine la

meravigliosa magia della vita.

Guardiana del sacro ritmo terrestre che genera il mutamento perpetuo, la donna, apprendeva dalla Madre Natura il ciclo del tempo e della misura, osservando la Sacra Natura, ella imparava a conoscere sé stessa, guidava la sua vita e quella del suo popolo seguendo l’antico sentiero interiore tracciato dalla Madre Terra. Conosceva i ritmi della terra, le abitudini degli animali, le proprietà delle erbe; viveva in simbiosi con la terra, accettando e onorando il cammino iniziatico femminile. Donna è colei che sa amare, godere, soffrire, partorire, proteggere, difendere, condividere, donare, ridere. La donna che ha imparato ad essere donna, non separa, non allontana, al contrario, unisce, ha fede, ha perseveranza, e sa aspettare. La donna che ha imparato ad essere donna sa come amare l’uomo che ha imparato ad essere uomo. Allo stesso modo, la donna consapevole, ama il maschile che le è complementare.

Pte San Win (la donna Bufalo Bianco) è colei che, secondo la tradizione, portò al popolo delle praterie il dono più grande, la sacra pipa, insieme ai rituali ad esse correlati. Ancora una volta è la donna che si fa catalizzatore tra divino ed umano, creando un ponte tra cielo e terra.

I nostri fratelli Lakota raccontano la storia di donna Bufalo Bianco e di come lei per prima portò la pipa all’uomo Rosso:

Parlo del tempo in cui i grandi bisonti che popolavano le nostre terre, stavano scomparendo. Le genti erano affamate e cercavano invano il bisonte nelle grandi praterie. Un giorno il capo tribù scelse due giovani guerrieri per avventurarsi alla ricerca della selvaggina. I due vagarono a lungo senza avere fortuna. Quando videro una sagoma muoversi nella boscaglia; sicuri si trattasse di un animale, si nascosero piano tra l’erba in attesa degli spostamenti dell’animale. Sembrava un bisonte e gli veniva incontro. Quando la sagoma fu più vicina i due guerrieri si accorsero con loro grande sorpresa che non si trattava di un bisonte, ma di una donna. La donna dalla figura eterea, sembrava fluttuare nell’aria. Dopo essersi avvicinata, ella sostò per un momento e li guardò. Gli uomini avevano capito che poteva vederli anche dov’erano nascosti.Il suo viso era bello. Uno degli uomini disse:”E’ la donna più bella che abbia mai visto, voglio possederla”. Ma l’altro lo bloccò dicendo: “come puoi avere un simile pensiero? Non vedi che non è umana, cammina nell’aria.

L’altro non ascoltò e dopo essersi svincolato tese la mano per toccare la donna. Si alzò una densa foschia che avviluppò i due, quando la foschia svanì, la donna era ancora là, ma del giovane guerriero non era rimasto che un cumulo di cenere e ossa. L’uomo si levò in piedi sbigottito, allora la donna parlò:

Sono stata mandata su questa terra per parlare al tuo popolo. Vai dal tuo capo e digli di costruire una tenda la cui entrata guardi ad est. Sul posto d’onore sarà cosparsa della salvia. All’alba arriverò al villaggio.

Il giovane corse al villaggio e riferì l’accaduto. Tutto fu predisposto per l’arrivo della misteriosa donna che giunse all’alba al villaggio, accolta da tutta la tribù.

Ella portava con sé un fagotto di pelle. Entrò nel tipì e dopo essersi seduta cominciò a parlare, disse che il Grande Spirito era molto contento dei Lakota, che li considerava fedeli e riverenti e che, pertanto, erano stati prescelti per ricevere la sacra pipa che lei aveva portato per il bene di tutta l’umanità, la sollevò verso il cielo e parlò:

Pregate Wakan Tanka, il Creatore. Questa è la sacra pipa che vi ha donato.

La sacra pipa non rappresenta soltanto un simbolo di qualcosa di sacro; la sacra pipa è essa stessa sacra, e qualcosa di più. Essa vive ed è potente, molto potente. Come ogni cosa che viene dal Grande Mistero, essa è impregnata di esso, ne è un’emanazione. Essa è creatura. L’oggetto sacro portatore di vita, come di morte. Non tutte le persone sono chiamate ad essere portatori di pipa. La persona che porta la pipa, pratica le cerimonie e segue le tradizioni ad essa legate ha un grande onore nella vita, ma soprattutto, una grande responsabilità, responsabilità nei confronti delle sue sorelle e dei suoi fratelli, e della Grande Madre Terra sulla quale vive.

E’ importante comprendere il carattere del portatore di pipa, che appunto “porta”. Il portatore non possiede, porta la sacra pipa.

La sacra pipa dona la capacità di “vedere”, il suo legame con il Grande Tutto mette nella condizione di sincronizzare chi la porta alla parte più profonda di sé ed al Grande Tutto;

se ne accetterete la responsabilità, potrà divenire la vostra guida, ma allo stesso tempo potrà trasformarsi nel vostro peggiore nemico, se portata senza riguardo.

La Donna Bisonte Bianco dette la pipa a Toro Che Cammina In Piedi e gli insegnò le preghiere che doveva recitare. «Quando pregate il Grande Spirito, dovete utilizzare questa pipa durante la cerimonia. Quando siete affamati, togliete la pipa dalla pelle dove la conservate e ponetela così all’aria. Allora i bisonti verranno dove gli uomini potranno cacciarli ed uccidere facilmente. Così i bambini, gli uomini e le donne mangeranno e saranno felici». Pte San Win gli disse anche come la gente dovrebbe comportarsi per vivere pacificamente insieme. Gli insegnò le preghiere che dovevano dire quando si rivolgevano alla loro madre Terra. Gli spiegò inoltre come dovevano decorarsi per le cerimonie. «La Terra,» aveva detto, «è vostra madre. Così, per le cerimonie speciali, vi decorerete come la vostra Terra: di nero e di rosso, di marrone e di bianco. Questi sono anche i colori del Bisonte. Soprattutto ricordatevi che questa è una pipa della pace. La fumerete prima di tutte le cerimonie. La fumerete prima di fare i trattati. Introdurrà pensieri pacifici nelle vostre menti. Se la userete per pregare il Grande Spirito e la madre Terra sarete sicuri di ricevere i doni che chiederete».

Quindi si rivolse alle donne dicendo loro che il Grande Padre aveva stabilito che esse mettessero al mondo i figli, che li nutrissero e li vestissero, rimanendo spose fedeli. Esse, inoltre, avrebbero sopportato in vita grandi sofferenze, ma per la loro natura gentile sarebbero state di conforto agli altri nel tempo del dolore. Poi parlò ai bambini dicendo loro di rispettare i genitori che li amano e fanno molti sacrifici, per cui ad essi deve venire soltanto del bene. Agli uomini disse che tutte le cose dalle quali essi dipendono vengono dalla Terra, dal Cielo e dai Quattro Venti e che per questa ragione era necessario ringraziare il Grande Spirito per il dono della vita fumando la pipa quotidianamente. Raccomandò ancora loro di essere sempre gentili e amorevoli con le donne e con i bambini, per rispetto al loro essere creature deboli.

Infine, insegnò al capo la maniera di custodire la pipa, dal momento che era suo dovere rispettarla e proteggerla, in quanto da essa dipendeva la vita della Nazione Sioux. Come sacro strumento della conservazione doveva essere usata in tempo di guerra, di carestia, di malattia o in caso di grandi necessità. A questo punto si dice che Pte San Win promise ai Sioux che sette sacre cerimonie sarebbero state in seguito rivelate loro affinché le praticassero .

Rimase al villaggio quattro giorni e prima di partire accese la pipa, la offrì al cielo, alla Terra, ai quattro venti, ne fumò una boccata e poi la passò al capo. Infine, uscì promettendo di tornare. Fece il giro della tenda secondo il cammino del sole, poi lentamente si allontanò dall’accampamento mentre tutto il villaggio era lì a guardarla; fuori dell’ apertura del cerchio si fermò per un istante e toccò la Terra. In un istante si trasformò in un vitello di Bisonte nero. Toccò ancora la Terra ed allora prese la forma di un vitello di Bisonte rosso. Una terza volta toccò la Terra e diventò un vitello marrone. La quarta ed ultima volta si trasformò in un candido vitello di Bisonte, bianco, senza una macchia. Allora camminò verso il nord e sparì lontano, sopra una collina.

Toro Che Cammina In Piedi conservò la pipa della pace con attenzione. Chiamava a raccolta tutti i bambini del villaggio e sciolto il fascio che avvolgeva la pipa ripeteva le lezioni che a lui erano state insegnate dalla donna. E la usò nelle preghiere ed in altre cerimonie fino a che non ebbe più di cento anni.

Quando diventò debole, fece una grande festa. Durante questa festa dette la pipa e gli insegnamenti ad un uomo degno. Allo stesso modo la pipa è stata passata di generazione in generazione. «Finché la pipa sarà utilizzata,» la donna bella aveva detto, «la vostra gente vivrà e sarà felice. Non appena sarà dimenticata, la gente morirà».

I Sioux vivevano nel bene contro il male, nell’armonia contro la discordia e perciò erano degni di ricevere la pipa che ella custodiva per l’umanità. Essa era il simbolo della pace tra gli uomini e fumarla significava comunicare con il Grande Spirito.

La profonda spiritualità degli indiani ci giunge anche attraverso i loro canti e le loro poesie, spesso tramandate oralmente poiché la parola è energia che incontra altra energia e non può essere rinchiusa nella rigidità di regole o strumenti.

Come per tutti i popoli vicini alle origini, la parola è sacra e in modo sacro deve essere tramandata. E il modo più vicino allo Spirito è, come dicono i Sioux, “l’Uccello Sacro della memoria”.

La storia di ogni popolo è la “parola degli Antenati” e quindi deve essere tramandata con fedeltà e rispetto assoluti, deputati a tale ruolo erano gli anziani che ne erano i custodi e i responsabili, vere enciclopedie viventi, che tramandavano i ricordi ancestrali attraverso la parola e li lasciavano in eredità a chi “inizia i passi dove finivano i loro”. Sia i giovani che gli adulti ascoltavano con attenzione le parole di quei vecchi saggi che, così facendo, tramandavano la storia mischiando realtà, storia e leggenda.

Serenella

2 Comments

  1. La loro è una filosofia di vita che può riequilibrare una profonda pace interiore che al giorno d’oggi è rara, perchè il contatto con la natura è molto debole. Noi SIAMO la natura, ne facciamo parte e personalmente è proprio questa mancanza di contatto con la natura che mi fa sentire disorientata e in cerca di una spiritualità interiore che mi aiuti a creare pace ed equilibrio nei miei pensieri e ai miei istinti, a capire cos’è sbagliato e cos’è giusto fare quando sono in difficoltà. Ma poi ho capito che tutto ciò che ci circonda è natura, noi stessi lo siamo, quelle piccole piantine ingrigite dallo smog che crescono nel nostro giardino, il mare dove facciamo il bagno d’estate, i boschi di montagna, la persona che amiamo, il sole che ci scalda la pelle e la luna che misteriosa illumina il cielo notturno, gli usignoli che cantano la mattina presto, l’acqua che beviamo, la frutta che mangiamo. E le mie idee personali, le mie convinzioni che la Natura (o Grande Spirito) va rispettata, e con lei ogni creatura vivente, corrispondono a quelle degli indiani d’America. Approfondirò questo argomento perchè mi ha attirato fin dalla prima volta che ne ho sentito parlare.

  2. Grazie Serenella per il tuo scritto, molte delle cose che ho letto mi hanno colpito profondamente.
    Mi piacerebbe avere più informazioni su questo argomento, forse puoi aiutarmi. Ti lascio la mia mail. Grazie